COMUNISTI

Il comunista è l’odiatore per eccellenza. Il comunista è la classica persona che maschera con la propria ideologia la sua miseria d’animo. Il comunista è colui che dice che se le cose gli vanno male è il mondo a non funzionare e che lui ha la coscienza pulita. Il comunista è colui che deride la religione ma tratta come la Bibbia le opere di Marx, di cui si fa l’interprete perfetto. Il comunista è colui che per mascherare le sue attitudini borghesi si riempie la bocca della parola uguaglianza. Il comunista è colui che ama talmente tanto i poveri, che preferirebbe un mondo di tutti miserabili, tranne lui, che un mondo differenziato ma in cui nessuno soffre la fame. Il comunista odia la patria, la famiglia e tutto ciò che è sacro, bollandolo come strumento del capitale, per giustificare la sua incapacità di applicare quei valori. Il comunista ha sempre la giustificazione pronta per ogni misfatto suo e dei suoi compagni, ma è il primo a voler scagliare la pietra contro il nemico. Il comunista è colui che crede di essere il Messia dell’umanità, colui che ha sconfitto le ingiustizie del passato, ma poi spiega che tracce di comunismo c’erano nell’impero romano, nell’antica Grecia e nella dottrina cristiana. Il comunista è colui che, se le cose vanno male, come se nulla fosse, riscrive la storia e prontamente applica il suo modus cogitandi ad un’altra materia. Il comunista è colui che puntualmente si trova al servizio di quelli che racconta di odiare, ma, per il fatto solo di essere comunista, di questo se ne fa una ragione, riuscendo a lavarsi la coscienza, perché, come ci ricorda Gomez Davila “L’adesione al comunismo è il rito che permette all’intellettuale borghese di esorcizzare la sua cattiva coscienza senza abiurare il suo essere borghese”.

FERDINANDO VIOLA

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